LABORATORIO DI MUSICOTERAPIA 3-6 ANNI

Il laboratorio sonoro-musicoterapico pensato per bambini della fascia di età 3-6 anni, è volto a stimolare la fantasia e la spontaneità del bambino, a motivare la relazione con il proprio corpo (sensazioni, linguaggi, segnali), con il mondo circostante, con gli altri: compagni ed adulti.

Il laboratorio prende le mosse dalle discipline musicoterapiche, in particolare dall’uso sapiente del canale non-verbale per attivare nuove modalità di comunicazione e migliorare la qualità di vita o, semplicemente, per vivere un momento di benessere.

IL PERCORSO DEL LABORATORIO: obiettivi e metodi
Attraverso l’ascolto, il gioco, il “fare musica insieme”, la scoperta e l’eventuale costruzione di strumenti musicali, il laboratorio sonoro ha per obiettivo la scoperta della musica da parte del bambino come universo affascinante e linguaggio potente per esprimere il proprio sé.
Il programma proposto partirà dalla conoscenza del “mondo musicale” circostante, per poi andare alla scoperta della musica che ogni bambino porta con sé: nel canto, nel ritmo, nei movimenti del proprio corpo. Impareremo a familiarizzare con gli strumenti musicali più belli di cui ciascuno di noi dispone: la voce, il corpo, le mani.
Non mancherà il “canto”, potente mezzo aggregante e capace di creare un’atmosfera di gruppo fin dai primi incontri.

PROPOSTA DI ATTIVITÀ
Le attività riportate di seguito sono un esempio di un percorso di laboratorio sonoro, che andrà calibrato in base al gruppo di bambini a cui è rivolto (età, tipologia, esigenze specifiche…) e al numero degli incontri, e potrà modificarsi nel corso del tempo, perché i migliori suggeritori e maestri sono proprio i bambini.

Di seguito viene illustrata una proposta di laboratorio della durata di cira 1 ora:

• Introduzione (circa 10 min.)
Si inizia l’esperienza proponendo brevi attività di uso creativo della voce e del corpo allo scopo di conoscersi, salutarsi, ritrovarsi, creare la giusta atmosfera di gruppo e creare il clima ideale per iniziare l’attività vera e propria.
Viene insegnata ai bambini una piccola canzone, da riproporre ad ogni incontro.

• Attività (circa 40 min.)
L’attività ha inizio con il racconto di una breve storia, ogni volta diversa e talvolta supportata da immagini; è lo spunto per introdurre uno o più strumenti musicali da far conoscere e sperimentare ai bambini.
Viene poi mostrato lo strumento e insieme i bambini provano a suonarlo. Si crea una situazione di gioco in cui ricordiamo insieme i passaggi del racconto ed evochiamo l’uso dello strumento musicale.
Segue poi il vero momento di “musicoterapia”. Il racconto viene accantonato, così come la voce, e i bambini sono invitati a suonare gli strumenti che metto a loro disposizione. Questo favorisce la creazione di relazioni forti che vanno oltre il canale verbale, e utilizzano quasi esclusivamente il canale sonoro-musicale.
Sarà compito del musicoterapista non interferire nelle situazioni “buone”, per quanto strane possano apparire, e favorire invece i bambini meno comunicativi, senza però forzare nessuna azione.

• Conclusione (circa 10 min.)
Viene ricreato un clima di tranquillità in cui bambini lasciano sedimentare le emozioni vissute tramite l’ascolto di ninna nanne e la rappresentazione grafica con disegni e colori.

NOTA BENE

Le attività qui riportate si prestano ad essere eseguite con un gruppo di bambini non troppo numeroso (fino a un massimo di 20, in genere il gruppo classe o gruppo educativo), possibilmente omogeneo. Conduzione, realizzazione e preparazione del materiale sono interamente a mio carico; è benaccetta, nei limiti del possibile, la presenza di un educatore o insegnante che conosca i bambini.
La durata e la frequenza degli incontri, così come il numero degli stessi, sono da concordare insieme all’equipe degli insegnanti / educatori; in genere il percorso si svolge con sedute di circa 45 minuti a cadenza settimanale. Gli incontri si possono svolgere nelle aule scolastiche così come in qualsiasi altro ambiente, purchè sufficientemente ampio e luminoso.
La presenza di soggetti con disabilità non interferisce sul lavoro, e anzi spesso costituisce una risorsa preziosa per l’intero gruppo di bambini.